Weekly Playlist N.03 (2022)

 

Habemus singola: i continui improperi lanciati settimana scorsa per via della sempre più inquietante assenza di novità d’alto livello (come si usa dire ora anche senza doversi presentare al compro oro in condizioni precarie) sono infatti serviti a migliorare seppure di un minimo la situazione, e sebbene le vere bombe a mano non siano ancora state sganciate e gennaio rimanga comunque una singolare incognita, almeno a questo giro possiamo contare su altro che non sia il pur spettacolare jukebox griffato Pagan Storm Webzine. Detto ciò, i vecchi classici scelti per puro amore dallo staff sono sempre ottimi per scaldare l’esigente pubblico del giovedì, tanto che ci conviene iniziare coi grossi calibri grazie al maestoso corno da guerra che inaugura “…When Gjallarhorn Will Sound” e come ovvio l’intero …Magni Blandinn Ok Megintíri…”, mitologica opera seconda del semidio tedesco Vratyas Vakyas sotto il monicker Falkenbach. Vent’anni e passa dopo, il secondo ed ultimo consiglio settimanale di riporto lo andiamo a prendere fin dal Quebec nella forma del mini dei Délétère Theovorator: Babelis Testamentum”, nella cui scaletta “Theovoratis Adventus” viaggiava alla grande tra le molteplici meraviglie e deformità dell’esperienza umana meritandosi perciò il nostro incondizionato plauso. Ora che gli astanti si trovano volenti o nolenti a loro agio, la seduta può occuparsi delle assai numerose anteprime piovute in redazione e che, anche solo per legge di grandi numeri, hanno introdotto qualche stuzzicante prospettiva per i prossimi mesi. Senza dubbio l’attenzione maggiore se la sono reclamata i danesi Heltekvad i quali, tra comunicati stampa altisonanti e singoli sparati in diretta su Youtube (il secondo da giusto stamattina) sembrano molto più al passo coi tempi di quanto il loro immaginario suggerisca. La già da tempo nota “Ærbødig Er Den Som Sejrer” fa tuttavia piazza pulita di simili congetture, e se pure voi ve la prendete bene per queste medievalate da veri giovani allora in campana per l’esordio ufficiale Morgenrødens Helvedesherre” in arrivo il 25 marzo sotto Eisenwald Tonschmiede. Stesso giorno, stessa etichetta ma accento molto diverso per gli statunitensi del Maine Falls Of Rauros, loro invece vicini alla pubblicazione del sesto full-length Key To A Vanishing Future” recante in dote il tocco sognante di “Clarity”, la quale giunge a ruota alleggerendo di un poco la tensione prima dei successivi orrori sonori. Il percorso indicatoci dai pezzi freschi di conio impone tuttavia un retrofront verso i tempi bui del remoto passato europeo, stavolta narratici dagli stimati francesi Véhémence ansiosi di far provare alle nostre nuche l’acciaio transalpino del venturo Ordalies” (lui invece in stores dall’8 di marzo), oltre alle schitarrate e ai cori che abbelliscono l’esaltante “De Feu Et D’Acier”. Essendo però voialtri a digiuno di metallo nero di qualità può darsi che già l’attesa fino a febbraio inoltrato può essere difficile da reggere, ma il nostro consiglio è di farvi forza perché oltre a degli Ultra Silvam quanto mai assetati di sangue umano ora c’è nel mirino il nuovo Pure Wrath, intitolato Hymn To The Woeful Hearts” e da provare sin dal 18 non certo per la sempre bislacca provenienza indonesiana del gestore Ryo, ma per la capacità di sfornare brani godibili come il secondo estratto disponibile “Presages From A Restless Soul”. Sempre un progetto a conduzione singola a chiudere la carrellata di prime novità dell’anno sulla tumultuosa “Alpenrekorder”, tedesco come pochi ed autoprodottosi a partire dal 16 maggio, e se siete gente da braccia allargate e piede sul punto più alto della montagna appena scalata starete già pregustando il Verzet” presto in uscita dall’attivissima fornace teutonica Horn. La cinquina di release appena promosse hanno sicuramente il nostro raro timbro di approvazione, ma se vogliamo addentrarci nel complesso terreno dei semplici e volatili annunci allora nulla ci ha fatto rabbrividire quanto la sequenza di: i Darkspace che firmano per Season Of Mist; i Darkspace che rimangono in due mentre Zorgh pare aver abbandonato la navicella; i Darkspace che stanno lavorando a Dark Space III II”, sempre sotto Season Of Mist. Sono tempi bui, ma d’altra parte nulla ispira questo già storico act elvetico come il buio più assoluto e glaciale, lo stesso che ci ammanta durante “Dark 4.20” e che è assai difficile venga a mancare sul prossimo capitolo. Diciotto minuti a zonzo tra le angosce dell’esosfera non lasciano molto spazio per ulteriori emozioni, a meno che prima di salutarci non avanzi una coppia di anniversari del tutto speciale per storia, blasone e, nel nostro piccolo, per aver segnato l’arrivo sul desolato pianeta 2022 del carrozzone Darkest Past”, i cui addetti non solo hanno recuperato il buon Andacht” continuando la campagna di riscoperta dei sempre sottovalutati Lunar Aurora, ma hanno consegnato in rapida sequenza gli scritti su due album entrambi ai limiti del clamoroso, sebbene divisi da dieci anni e dall’intero territorio svedese. Il richiamo dei corvi neri risuona nell’aere inaugurando il Finnish Steel Storm” scatenato quindici inverni addietro dalla creatura Goatmoon, pronta a prendersi la scena locale ed il mondo intero sui diabolici riff dell’iniziale “Eclipsed By Raven Wings”, svolta netta verso i vertici del Black Metal tutto. Ad aprire invece la sezione 1997, ossia quella che nei prossimi mesi controllerete più spesso in attesa di nuove scoperte e ricordi a seconda della vostra leva, c’è lo stesso Nagash Blackheart incontrato lo scorso anno con Drep De Kristne” e che rivedremo più avanti sul kolossal per definizione del genere: trait d’union tra le due opere, In Times Before The Light” dei Covenant meritava sul serio un posto nella nostra galleria personale e lo ha ottenuto a suon di “Dragonstorms”, traccia sublime che funge da augurio di buon weekend insieme ai nostri vaneggiamenti, e manco a dirlo insieme a della musica eccezionale.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Falkenbach“…When Gjallarhorn Will Sound” (from …Magni Blandinn Ok Megintíri…”, Napalm Records 1998)

2. Heltekvad“Ærbødig Er Den Som Sejrer” (from Morgenrødens Helvedesherre”, Eisenwald Tonschmiede 2022)

3. Falls Of Rauros“Clarity” (from Key To A Vanishing Future”, Eisenwald Tonschmiede 2022)

4. Darkspace“Dark 4.20” (from Dark Space III I”, Avantgarde Music 2014)

5. Goatmoon“Eclipsed By Raven Wings” (from Finnish Steel Storm”, Werewolf Records 2007)

6. Délétère“Theovoratis Adventus” (from Theovorator: Babelis Testamentum” (EP), Sepulchral Productions 2019)

7. Horn“Alpenrekorder” (from Verzet”, Autoproduzione 2022)

8. Pure Wrath“Presages From A Restless Soul” (from Hymn To The Woeful Hearts”, Debemur Morti Productions 2022)

9. Véhémence“De Feu Et D’Acier” (from Ordalies”, Antiq Records 2022)

10. Covenant“Dragonstorms” (from In Times Before The Light”, Mordgrimm Records 1997)

Michele “Ordog” Finelli

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